STORIA DI PARMA - scheda 3 -OLD-

 

 

1710-1716

Il capomastro Antonio Bolla e i successori Domenico e Giacomo Antonio Balestra e Antonio Giusti ricostruiscono in Piazza grande la chiesa di San Pietro, già esistente dal IX secolo.
La facciata viene eseguita solo nel 1761 su progetto di Ennemondo Petitot e sotto la direzione di Ottavio e Giovanni Bettoli. Petitot disegnò anche la porta realizzata nel 1762 dal francese Guibert, e il trofeo in stucco con le chiavi e la tiara pontificia modellato da Benigno Bossi.

 

1712

Ferdinando Bibiena progetta la costruzione della chiesa di Sant’Antonio Abate in via della Repubblica, sulla precedente costruzione del 1402 fondata dai monaci di Sant’Antonio. Iniziata nel 1712 dai capimastri Cristoforo e Angelo Bettoli i lavori sono interrotti due anni più tardi e ripresi nel 1759 sotto la direzione di Gaetano Ghidetti.

 

1732-1734

Estintasi con Antonio, la dinastia dei Farnese, il Ducato passa in successione allo spagnolo Don Carlos di Borbone, primogenito della regina Elisabetta Farnese, nipote del Duca Francesco, e sposata a Filippo V di Spagna.
Nel 1732 Carlo di Borbone entra a Parma, che lascia nel 1734 per prendere possesso del più prestigioso regno delle Due Sicilie, trasferendovi dipinti, statue, bronzi, oggetti preziosi dei palazzi ducali e lasciando la città in balia delle truppe spagnole.

 

1736

Parma viene occupata dagli austriaci. Il Giardino Ducale diviene un accampamento militare e i palazzi ducali sono saccheggiati.

 

1736

Inizia la costruzione della chiesa rococò di San Rocco, in via dell’Università, su progetto del bolognese Alfonso Torreggiani, che ne disegna anche gli arredi interni. La direzione dei lavori è affidata all’architetto Edelberto Dalla Neve che apporta numerose modifiche ridisegnando la facciata e il campanile. Nell’interno sono stati usati alcuni accorgimenti architettonici in funzione illusionistica e si trovano dipinti di pittori settecenteschi e ottocenteschi come Giambattista Borghesi e Giovanni Gaibazzi.

 

1748 - 1765

Con la Pace di Aquisgrana, nel 1748 il Ducato di Parma viene assegnato al secondogenito di Elisabetta Farnese, Don Filippo di Borbone, sposato con la figlia del re di Francia e impegnato a risollevare politicamente e artisticamente la città.

 

1755

Viene ampliata e innalzata la chiesa della Santissima Trinità già esistente dal XIII secolo, per poi subire altre modificazioni nel XIX secolo. L’interno a tre navate contiene la copia seicentesca della Madonna della Scodella del Correggio.

 

1759

Il ministro Du Tillot affida l’incarico all’architetto di Corte Petitot di progettare un elegante e alberato viale diviso in tre corsie: quella centrale per le carrozze, mentre le due laterali più strette e ornate con sedili di marmo per il passeggio. Il viale, detto lo Stradone, oggi Viale Martiri della Libertà, viene progettato unitamente al Casino, un ritrovo mondano e con funzione panoramica dove dall’attico si poteva osservare la città e la campagna.

 

1761

Filippo di Borbone fonda la Biblioteca Palatina nel Palazzo della Pilotta per aprirla al pubblico nel 1769.

 

1768

Con l’espulsione dei Gesuiti, nel loro vasto collegio, viene trasferita quella che proprio allora, per volere di Ferdinando I di Borbone, era divenuta Università di Stato.
L’istituzione è considerata uno dei più antichi Studi d’Italia, perché le sue origini si possono far risalire all’XI secolo, quando in città esisteva una scuola in cui si insegnavano le sette arti liberali.

 

1769-1859

In Piazza Garibaldi sorge l’Ara dell’amicizia, un monumento che sarà demolito nel 1859. Costruita su progetto del Petitot per solennizzare la visita a Parma di Giuseppe II d’Austria, l’Ara viene scoperta in occasione dell’annuncio delle nozze tra il duca Ferdinando I e Maria Amalia sorella dell’imperatore. L’Ara simboleggia l’amicizia tra il Duca e l’Imperatore.

 

1770-1774

L’architetto Giovanni Furlani progetta la costruzione di Palazzo Marchi, voluto da Scipione del Grillo duca di Anguillara. Esempio di architettura che si avvia verso il neoclassicismo, al suo interno, nella sala della musica, conserva il trono dell’ultima duchessa di Parma, Luisa Maria di Borbone, gli stucchi e gli affreschi della metà dell’Ottocento di Girolamo Magnani, e lo specchio barocco con dipinti del bolognese Marcantonio Franceschini

 

1783

Il duca Don Ferdinando Borbone colloca l’officina della Zecca del Ducato nell’edificio a corte d’impianto quattrocentesco, appartenente alla famiglia Cusani. Il palazzo, che dopo l’unità d’Italia sarà adibito a Tribunale, quindi a sede del comando militare provinciale e successivamente a scuola, completamente restaurato è ora sede della Casa della musica.

 

1786

Carlo Bettoli ristruttura la chiesa di San Tommaso in Via Farini, già esistente dal 1028. Dell’antica costruzione rimane il lato che corre lungo Borgo Antini con le decorazioni in cotto. Nell’abside è presente La Natività di Nostro Signore con San Tommaso di Alessandro Mazzola.

 

1787-91

L’architetto Angelo Rasori ristruttura il Palazzo Sanvitale, situato sull’odierna piazza omonima, costruendo anche un’intera ala del palazzo in occasione delle nozze fra Stefano Sanvitale e Luigia Gonzaga. Scarse sono le notizie sull’origine dell’edificio, ma è certo che i Sanvitale vi risiedevano dalla metà del Cinquecento. Nel 1951 con la morte di Giuseppe si estingue la nobile famiglia parmigiana, e l’edificio passa alle suore della Croce. Oggi il palazzo è sede di Banca Monte Parma.

 

1793

Petitot progetta la struttura dell’Orto Botanico, nella zona Sud, a ridosso dello Stradone, imppiantato e diretto dal punto di vista scientifico da illustri scienziati tra cui Giorgio Jan e Giovanni Passerini. Vi si trovano alcune piante antichissime come il Gingko biloba piantato nel 1795.

 

1816

Il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla viene assegnato all’arciduchessa Maria Luigia d’Austria, seconda moglie dell’imperatore francese Napoleone.

 

1817

E’ Costruito il cimitero della Villetta in stile neoclassico sul progetto dell’ingegnere Giuseppe Cocconcelli su un terreno vicino alla villetta di proprietà del Collegio dei nobili.

 

1821-1829

Maria Luigia incarica Nicola Bettoli di progettare ed erigere, sull’area dove sorgeva l’antico convento delle Benedettine di San Alessandro, il Nuovo Teatro Ducale, poi Regio dal 1849. Con la maestosa facciata in stile neoclassico, il teatro viene inaugurato nel 1829 con l’opera Zaira, scritta per l’occasione da Vincenzo Bellini. Il bellissimo soffitto ed il sipario, con raffigurato il Trionfo della Sapienza, sono opera di Giovan Battista Borghesi.

 

1833

Nicola Bettoli progetta la costruzione del Palazzo delle Poste ducali oggi sede della Provincia in Piazza della Pace.
Nel Novecento la struttura originaria verrà modificata e arricchita da un ciclo d’affreschi di carattere realistico di Armando Pizzinato e da diversi lavori d’abbellimento su progetto di Tito Peretti.

 

1834

Maria Luigia affida a Nicola Bettoli il progetto di restauro e ampliamento della Biblioteca Palatina con la costruzione di una monumentale sala di lettura, decorata in stile neoclassico e contenente una grande erma di Maria Luigia, realizzata da Antonio Canova.

 

1836-1847

Nicola Bettoli viene incaricato da Maria Luigia di ristrutturare l’antico palazzo Imperiale detto dell’Arena per  dare una sede al Collegio Ducale, che diverrà Convitto Nazionale con l'Unità d'Italia, ancor oggi attivo.

 

1847-1849

Alla morte di Maria Luigia nel 1847, il ducato torna ai Borbone con Carlo II, che abdica in favore del figlio Carlo III.

 

1849-1854

La complessità e la turbolenza politica del momento impediscono al nuovo Duca Carlo III, accusato di forte militarismo, di portare a compimento i processi di modernizzazione dello Stato messi in cantiere (dalle linee ferroviarie al telelgrafo, dal sistema bancario all'urbanistica), perché, in pieno clima risorgimentale, viene pugnalato a morte nel 1854.

 

1859

La reggenza moderata della moglie di Carlo III Luisa Maria di Berry, contraddistinta da una politica conciliante e attenta alle necessità della popolazione, non viene risparmiata dal processo di unificazione del Paese: nel 1859 Luisa Maria di Borbone e la sua famiglia lasciano per sempre Parma.

 

1860

Proclamata la caduta della dinastia borbonica, e decretata l’unione delle Province Parmensi al regno costituzionale di Vittorio Emanuele II di Savoia, il Re viene in visita a parma il 6 maggio 1860.

 

1866

Per ricordare l’unione di Parma al Regno d’Italia a fianco di porta San Francesco viene costruita una “barriera” con edifici colonnati di gusto classico e ampio piazzale, progettata da Angelo Angelucci e dedicata nel 1882 a Nino Bixio.

 

1870

Viene collocato in Piazza Garibaldi il monumento al Correggio, opera dello scultore parmigiano Agostino Ferrarini.

 

1877

Nasce il Pastificio Barilla, fondato da una dinastia di fornai attiva fin dal Cinquecento e destinato a divenire, dopo 125 anni di attività, il leader mondiale della pasta.

 

1879

Viene inaugurato in Piazzale della Steccata il monumento al Parmigianino, opera dello scultore Giovanni Chierici.

 

1881

Don Pio Galloni e l’ingegnere municipale Villa progettano la costruzione del Seminario Maggiore sull’attuale Via Cardinal Ferrari. La struttura dell’edificio è posta su quella dell’antica Canonica dell’IX secolo sede del Capitolo della Cattedrale. Sul fianco occidentale dell’edificio si conserva la lapide medievale che un tempo ornava Porta Benedetta, che si apriva nei pressi.

 

1885

Viene realizzato il primo impianto d’illuminazione elettrica della città.

 

1890

La Vetreria Bormioli inaugura il nuovo stabilimento di San Leonardo.

 

1893

In piazza Garibaldi viene collocato il monumento a Giuseppe Garibaldi, opera di Davide Calandra.

 

 

XIX secolo, metà

Nasce l'industria conserviera e crescono le attività agro-alimentari basate sulla tradizione secolare della lavorazione salumiera e del formaggio Parmigiano-Reggiano.

 

 

XIX-XX secolo

Il Sindaco Giovanni Mariotti cambia volto alla città di Parma: L’improvviso abbattimento della storica cerchia di mura farnesiane voluta per creare nuovi spazi e nuovi percorsi e per la realizzazione di importanti opere pubbliche, dal viale del Lungoparma al nuovo acquedotto, ai bagni pubblici, al macello comunale, al gasometro, alle tranvie elettriche.

 

1907

Viene inaugurato in piazzale della Stazione il monumento a Vittorio Bottego, opera dell'artista palermitano Ettore Ximenes

 

1905-1909

L'architetto parmigiano Moderanno Chiavelli progetta in stile Liberty il Palazzo delle Poste nel centro cittadino.

 

1913-1915

Gli architetti milanesi Luigi Broggi e Cesare Nava progettano il nuovo assetto della sede centrale della Cassa di Risparmio in Piazza Garibaldi, sull’area delle vecchie case “Besia” sede della banca dal 1869.

 

1920

Viene eretto nei pressi della Stazione ferroviaria, su progetto di Lamberto Cusani e con le decorazioni plastiche di Ettore Ximenes, il fastoso Monumento a Giuseppe Verdi. Verrà demolito nell’immediato dopoguerra perché in parte rovinato dai bombardamenti del 1944. Oggi rimane solo l’ara centrale con i bassorilievi in bronzo dello Ximenes, ricollocata all'ombra della Pilotta.

 

1922

L’architetto parmigiano Ettore Leoni progetta lo stadio sportivo "Ennio Tardini" nella zona Sud-Est della città.

 

1927

Viene inaugurato il monumento a Filippo Corridoni all'ingresso dell'Oltretorrente su disegno di Mario Monguidi con sculture in bronzo e pietra di Alessandro Marzaroli.

 

1931

Viene inaugurata alla presenza del re Vittorio Emanuele III il monumento alla Vittoria, concepito da Lamberto Cusani e modellato da Ettore Ximenes nella parte in bronzo.

 

1944

Verso la fine della Seconda guerra mondiale Parma viene pesantemente bombardata. Oltre alle abitazioni subisce gravi danni anche il patrimonio artistico della città: vengono colpiti e danneggiati la Pilotta con il Teatro Farnese e la Biblioteca Palatina; il Palazzo del Giardino, la chiesa della Steccata, San Giovanni, il Palazzo Ducale, il Teatro Paganini, il monumento a Verdi.

 

1950

Sorge in Via Cavour il Palazzo INA su progetto dell'architetto Franco Albini.

 

1956

Viene inaugurato il monumento al Partigiano, concepito nella parte architettonica da Guglielmo Lusignoli, con sculture in bronzo di Marino Mazzacurati.

 

1960

Per onorare Guiseppe Verdi nasce a Parma l’Istituto nazionale di studi verdiani, per l’iniziativa degli enti locali e con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione.

 

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fonte: www.partecipiamo.it

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