Ponte romano
(300 mt da B&B Rubra) |
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Indirizzo accesso da Piazza Ghiaia Orari dalle 8,00 alle 20,00 Ingresso Gratuito |
Il ponte, detto Pons Lapidis, in muratura, fu costruito in età augustea. Con le sue undici diseguali arcate misurava 140 metri. Dell'originaria costruzione resta soltanto il conglomerato delle fondamenta. |
Battistero |
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La genialità e la cultura del grande architetto e scultore Benedetto Antelami si rileva a pieno nel Battistero da lui progettato in forma di ottagono in marmo rosa di Verona, con un alternarsi di tre portali con rispettivi architravi e lunette, ricchi di riferimenti teologici e rappresentazioni simboliche tipiche dell’iconografia medievale. Corre tutt’attorno lo zooforo: una serie di formelle scolpite con animali fantastici e reali, simboli delle idee della vita e della natura nel Medioevo. L’interno presenta linee slanciate grazie ai sedici costoloni che si irradiano verso la volta ogivale. Al centro sorge la grande vasca battesimale ad immersione risalente alla fine del XIII secolo. Sempre all’interno il ciclo dei mesi e delle stagioni e i rispettivi segni zodiacali scolpiti dall’Antelami. Nella cupola si ammira uno splendido ciclo di pitture a tempera della seconda metà del XII secolo. A fianco del Battistero sorge il Duomo.
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Duomo di Parma |
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La Cattedrale di Parma è opera di maestri centro-lombardi ed è stata completata dopo una serie di ricostruzioni e ristrutturazioni, nel secolo XII. La decorazione dell’interno, a croce latina, è opera di scuola manierista emiliana. La grande cupola che si innalza sopra al presbiterio è opera del Correggio, che realizzò questo ciclo di affreschi, ispirato al tema dell’assunzione della Vergine, tra il 1526 e il 1530. L’illusionismo prospettico dato dal vorticoso moto che sembra aspirare verso l’alto le schiere di figure attorniate alla Vergine, a cui è dedicata la cattedrale, rappresentò per l’artista emiliano il raggiungimento dei più alti livelli espressivi. Tra le opere scultoree conservate all’interno si possono ammirare la Deposizione di Benedetto Antelami, mentre nella cripta sono visibili frammenti di mosaici risalenti all’epoca paleocristiana. |
Chiesa di San Giovanni Evangelista |
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Il complesso monastico di San Giovanni Evangelista è formato dalla Chiesa, dal Convento e dall'Antica Spezieria di San Giovanni. Le origini risalgono al X sec., anche se è la facciata barocca a definirne l'aspetto; il campanile sul lato destro fu aggiunto nel 1613. La chiesa, di retaggio classico, ha un impianto originario romanico (si vedano i pilastri rivestiti in pietra grigia con capitelli scolpiti da Antonio da Parma). Il disegno architettonico pare frutto di "suggerimenti" di umanisti dell'epoca (in particolare del Grapaldo, autore di manuali d'architettura). La chiesa ha pianta a croce latina, e tre navate sulle quali si aprono sei cappelle. Lungo la navata centrale corre il fregio del Sacrificio Ebraico e Pagano, disegnato dal Correggio (1522-23) e realizzato da F. M. Rondani. Sempre del Correggio le decorazioni dei semi-pilastri, le decorazioni del sottarco della V cappella (con la rappresentazione di Dio Padre al centro e nei riquadri laterali dei SS. Pietro e Andrea), San Paolo caduto da cavallo, le decorazioni della crociera ed infine la cupola con il Transito di San Giovanni (1520-24) completati dai Padri della Chiesa e dagli Evangelisti nei pennacchi. Sempre all'interno troviamo opere di autori di pregio quali: Michelangelo Anselmi, G. B. Merano, i fratelli Giacomo e Giulio Francia, C. Caselli, Gerolamo Mazzola Bedoli, C. Reggio, Antonio Begarelli (autore delle statue in terracotta), Antonio da Parma, E. Taruffi, I. Martini, C. Aretusi. Altra opera di grande valore è il Coro Ligneo (che presenta tarsie della città e delle colline, strumenti musicali e oggetti) opera di M. Zucchi e dei fratelli Gianfranco e Pasquale Testa (1556). La sagrestia arredata con mobili del Seicento venne dipinta da Cesare Cesariano nel 1508. La navata sinistra è distinta da interessanti lavori giovanili del Parmigianino (1522): i Santi insieme ai putti e ai bucrani presentano già il caratteristico ritmo sinuoso delle linee nelle morbide vesti. Nel monastero benedettino il primo chiostro è sorretto da leggere colonne ioniche; al secondo chiostro si accede dalla sala capitolare, ove si trovano due affreschi del Correggio; nel chiostro grande, o di San Benedetto, si conservano resti di affreschi del 1510 circa. La biblioteca del monastero presenta ambienti cinquecenteschi affrescati e possiede circa 20.000 volumi, tra cui codici miniati del '400 e del '500. |
Chiesa della SS.Annunziata(Oltretorrente)200 mt da B&B Rubra |
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Chiesa e convento dei Minori di S.Francesco. Fino al secolo XVIII dedicato ai Ss.Gervaso e Protaso (dando il nome anche all'attuale strada Massimo D'Azeglio), l'edificio risale al 1566, fondato per volere del duca Ottavio Farnese e del vescovo di Brugnato (suffraganeo di quello di Parma), su disegno di Giambattista Fornovo. Nel 1616 la fabbrica era però ferma ancora al cornicione del primo livello, e coperta con un tetto di fortuna. Solo con l'intervento di Margherita Farnese (suor Maura Lucenia) e offerte popolari il tempio fu eretto nella forma prevista dal progetto, con copertura a volta di Girolamo Rainaldi strutturata in deroga al progetto del Fornovo (che pensava a una cupola con lanterna).
La pianta che risulta è affatto atipica e fonte di curiosità per parecchi artisti: Filippo Juvarra, l'autore della Basilica di Superga e della Palazzina di Stupinigi, ne copiò accuratamente nei propri taccuini la struttura. Planimetria quasi ellittica (31 m. per 20 circa), con due semicerchi uniti da due rette, a cui si aggiungono l'abside e le dieci cappelle ornate a stucchi, più un atrio interno. Lo spazio è spartito da pilastri scanalati. Il prospetto esterno, spoglio ma innervato da robusti dorsi delle cappelle e da contrafforti, dà un'immagine di elasticità e robustezza al contempo.
Nell'atrio sinistro si trova una copia dell'Annunciazione del Correggio (1520), dipinta a fresco nella chiesa dei Minori di via Farini e poi da lì tolta nel 1546 e ora in Galleria Nazionale a Parma.
A destra, in una nicchia, Ecce Homo in terracotta policroma di Antonio Sbravati e una tela con il Martirio dei Santi Gervaso e Protaso, opera di Biagio Martini (inizio sec. XIX). La tavola dell'altare maggiore (l'altare spetta ad Antonio Brianti, 1776), con la Madonna in trono, Bambino e i Ss.Bernardo, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Francesco d'Assisi, era stata eseguita in origine per i Minori dell'"Annunziata di fuori" nel 1518 da Francesco Zaganelli da Cotignola, e giunta qui dopo la soppressione del convento nel 1546. Il Coro fu commissionato da Rolando Pallavicino (metà sec.XV). Nella quarta cappella da sinistra, S.Pietro d'Alcantara e storie della sua vita, di Pier Ilario Spolverini (inizio sec. XVIII). Nella nona, S.Bonaventura genuflesso davanti alla Vergine, tela di Sebastiano Galeotti. Nella decima cappella, il fonte battesimale è di Camillo Uccelli. Gli stucchi e le altre decorazioni dell'aula principale sono attribuite a Luca Reti (inizio sec XVII). Organo di Giuseppe Serassi. |
Chiesa di Santa Croce(Oltretorrente - fine Str.D'Azeglio) |
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Importante tappa della Via Francigena, accoglieva i pellegrini che arrivavano dalla Via Emilia.
Fondata nei primi decenni del XII sec. ora conserva ben poco dell'antica struttura. Rifatta a partire dal 1415 e poi nel 1635-1666, fu restaurata agli inizi del '900 per cercare di riportarla alle forme romaniche, ma rimangono solo deboli tracce.
All'interno spiccano gli affreschi di Giovanni Maria Conti e i capitelli sorretti dalle colonne in laterizi che risalgono al XII sec.
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Chiesa di Santa Maria del Quartiere(Oltretorrente) |
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La chiesa fu edificata nel 1604 sotto gli auspici di Ranuccio I Farnese per volere di Papirio Picedi, allora vescovo di Borgo S.Donnino e da lì a due anni vescovo di Parma, in un'area nei pressi del quartiere militare, donde il nome. Il progetto è attribuito a Gian Battista Aleotti, l'autore del Teatro Farnese, ma certamente decisivi furono gli interventi di Giovan Battista Magnani. L'esterno appare spoglio con mattoni a vista e contrafforti angolari. La chiesa ha pianta esagonale equilatera, sorretta da archi e pilastri compositi, alla sommità dei quali si apre una cupola spettacolarmente affrescata nel 1626 da Pier Antonio Bernabei (1626-1629), con un Paradiso di gusto correggesco per la moltitudine di figure e l'accalcarsi delle pastose nuvole. Ai tre archi anteriori corrispondono l'ingresso e due cappelle che si uniscono formando una specie di vestibolo. Gli altri tre archi si aprono sul santuario e su due altari. Dietro l'altare maggiore del santuario si apre un secondo piccolo altare che accoglie in un ciborio a cappellina l'immagine della Madonna dell'Abbondanza, qui sistemata nel 1694. GLi angioletti che portano frutti e festoni sono di Alessandro Baratta (coevi). Bernabei si occupò anche di ricoprire di affresco le cappelle presso l'altare maggiore, i cui chiaroscuri sono di Gian Maria Conti delle Camere (1657), autore di alcuni analoghi lavori anche sui pilastri della Steccata. L'altare maggiore è opera dell'intagliatore Michelangelo Aschieri (1638), la volta è affrescata da Giulio Orlandini detto Del Purgo (1628).Oggi la chiesa è in proprietà del Comune di Parma e aperta alle visite, mentre è in atto un progetto di rivalorizzazione di questo edificio prezioso e architettonicamente unico nel territorio. |
Chiesa magistrale della Steccata |
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L’origine della chiesa della Steccata affonda le radici nell’apparizione, nel 1392, di un’immagine di S.Giovanni Battista sul muro di una casa di strada S.Barnaba, l’attuale via Garibaldi, dove oggi si trova la chiesa: il culto per questa immagine fece sorgere un oratorio e poco dopo una congregazione di laici ed eccelsiastici preposta alla gestione della piccola chiesa. Solo alla fine del Quattrocento apparì , sul muro dell’oratorio, l’immagine di una Madonna che allatta il Bambino e che tuttora è conservata sull’altare della Steccata: la Congregazione prese il nome della Madonna Annunciata. L’apparizione provocò un rigurgito di culto affollatissimo, al punto che per proteggere l’affresco e disciplinare la folla sarebbe stato eretto uno steccato da cui prenderanno il nome il dipinto stesso e la chiesa che, dopo pochi anni, all’inizio degli anni Venti del XVI secolo, la congregazione pensò di erigere per dare ospitalità più sontuosa alla Madonna miracolosa. La costruzione dell’attuale chiesa si colloca fra 1521 e 1527, e il progetto fu affidato dapprima all’architetto Bernardino Zaccagni da Torrechiara e, dopo a Francesco Ferrari d’Agrate, uno scultore e architetto a cui spetta probabilmente la parte superiore dell’edificio e le lesene con i capitelli fogliati esterni. Non è chiaro comunque quanto, cosa e a chi spetti la paternità dettagliata del progetto e della struttura della chiesa, né quale fu il ruolo delle commissioni consultive formate tra gli altri da Correggio e Araldi, che parteciparono ai piani di progettazione. Sicuramente è da attribuire ad Antonio da Sangallo il Giovane il progetto della cupola, in stile romano, compiuta nel 1526-27. L’impianto è a croce greca, con i bracci posti sugli assi cardinali e chiusi da nicchioni absidati. Fra i bracci furono eretti fin da subito quattro grossi parallelepipedi ("cappelle"), tuttora usati per il culto, che rendono la pianta assai simile a tante costruzioni a pianta centrale che in quel momento andavano di moda in Italia sull’onda delle idee di Bramante e Raffaello.L’interno fu affrescato secondo un piano iconografico mariano preciso e tuttora di non facile né dettagliata decifrazione. Spiccano, oltre al sottarco orientale dipinto da Parmigianino, la cupola con l’Assunzione di Maria dipinta da Barnardino Gatti (1560); le dodici scene dal Vecchio Testamento tra gli Apostoli del tamburo e il fregio sotto la cornice (del Gatti e di Lattanzio Gambara); i catini dei nicchioni sud con l'Adorazione dei Pastori" e nord con la Pentecoste dipinti fra 1547 e 1555 da Girolamo Mazzola Bedoli; il catino del nicchione ovest con l'Adorazione dei Magi di Michelangelo Anselmi, ma terminato alla sua morte dal Gatti (1556); il catino del nicchione est, progettato prima da Parmigianino e poi compiuto da Michelangelo Anselmi su disegno di Giulio Romano (1541); i chiaroscuri dei pilastri realizzati da Mercurio Baiardi (1568), Antonio Seghizzi, Giovanni Maria Conti delle Camere, Angelo Omobono Guazzi, Antonio Bonviso (tutti fra 1668 e 1670). Anche la balaustra esterna sull’attico e le statue esterne furono posizionate, secondo un gusto proveniente ancora una volta da Roma, alla fine degli anni Sessanta del Seicento.In questi anni fu realizzato uno dei capolavori di ebanisteria della chiesa, la Sacrestia Nobile (accesso dal corridoio della cappella nord): su disegno di Carlo Rottini e Rinaldo Torri e intaglio di Giovanni Battista Mascheroni, presero forma gli armadi decorati con mascheroni, figure femminili, angeli e vasi che contengono tuttora gli arredi sacri storici della chiesa.Nel 1718, Clemente XI sottrasse la chiesa della Steccata alla Congregazione che l'aveva fondata, per donarla al duca di Parma e Piacenza Francesco Farnese, che ne fece chiesa conventuale dell’Ordine Costantiniano di S.Giorgio, un ordine cavalleresco di sedicente provenienza bizantina acquisito per farne l’ordine equestre della famiglia ducale di Parma.L’organo in presbiterio fu costruito nel 1572 da Benedetto Antegnati, ampliato nel 1592 da Costanzo Antegnati, ulteriormente ampliato a metà Settecento ed elettrificato nel 1970 dalla ditta Tamburini. All’ingresso della chiesa si trova il Monumento funerario ad Adam von Neipperg, marito morganatico della duchessa Maria Luigia d’Austria e primo ministro del Ducato, proveniente dall’ex cappella ducale di S.Ludovico, e una Pietà in onore di Maria Luigia, entrambi in marmo bianco.Nella cripta della chiesa, visitabile, riposano dal 1823 le salme di quattordici principi e duchi farnesiano-borbonici, ivi compresi Alessandro Farnese, Ranuccio I e II Farnese, Francesco Farnese, Filippo di Borbone. |
Convento di San Paolo |
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Complesso monumentale posto nel centro di Parma a pochi passi da Piazza Duomo, l'ex convento benedettino di San Paolo fu fondato nel 1005 sostituendo un tempio risalente al tempo di Sigifredo II - 985 d.C.Del periodo antecedente la costruzione del convento rimane, oggi restaurato e compreso nei locali del Circolo Amps, un sacello la cui architettura fa pensare ad oriogini precendenti al romanico.Il convento raggiuge il suo massimo splendore fra il '400 e il '500 soto le badesse Cecilia Bergonzi e Giovanna da Piacenza. Alla prima dobbiamo la costruzione del nuovo convento su progetto di Giorgio Edoari de Erba, alla seconda il ciclo di affreschi che ornano le camere e realizzate dall'Araldi (Cella di S. Caterina, la cui visita è consentita rivolgendosi alla Galleria Nazionale) e Correggio (Camera di San Paolo).Nel secoli successivi si alternano architetti e ingegneri nella costruzione di nuove parti del complesso fra cui Smeraldo Smeraldi e Giovan Battista Magnani che costruisce il complesso occidentale del monastero.All'angolo fra Via Cavour e Via Melloni è ancora presente una chiesa, ora chiusa e meta di mostre temporanee, e un campanile. La chiesa è stata realizzata su progetto di Antonio Bettoli e risale al 1785 mentre il campanile, trasformato in monumento a tutti i caduti nel 1961 è stato progettato da Mario Monguidi. |
Piazza Ghiaia(accesso al Ponte romano) |
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Piazza Ghiaia è una zona storicamente dedicata al mercato. Questo nome è dato dall'origine della piazza, nata nel 1177 d.C. quando una violenta serie di piogge si riversa sulla città e sulla montagna parmense producendo una delle piene tipiche dei torrenti come
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Piazza GaribaldiLa piazza centrale5 min a piedi da B&B Rubra |
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Una sosta obbligata a Parma è quella sotto la torre dell'orologio in Piazza Garibaldi, dove oltre ad informarsi sull'ora in cui tramonterà il sole a Rio de Janeiro o nelle isole dei Mari del Sud, si possono osservare le ombre che il sole proietta sulle due meridiane create nel 1829 da Lorenzo Ferrari, che si trovano sulla facciata della torre del Palazzo del Governatore.
Sempre sulla piazza troviamo il Municipio e il palazzo del 1200 dove alloggiava il Capitano del Popolo. Palazzo del Governatore Situato sul lato settentrionale di Piazza Garibaldi unisce due corpi di fabbrica di origini duecentesche. Sede del Capitano del Popolo alla fine del XII secolo, il palazzo subì numerosi rifacimenti fino al 1760, anno in cui fu modificato nell'attuale aspetto ad opera di Emmanuel Petitot, architetto francese alla corte di Filippo di Borbone, cui si deve gran parte dell'urbanistica della città.
La torre barocca, risalente al 1763, conserva nella cella campanaria la campana dell'altissima torre civica crollata nel 1606.
La Vergine incoronata nella nicchia del campanile è opera dello scultore francese J.B. Boudard.
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Palazzo del Municipio |
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Il palazzo del Municipio, sede di rappresentanza dell'amministrazione comunale di Parma, si trova nel centro della città all’incrocio fra il cardo e il decumano, dove ora sorge piazza Garibaldi. La costruzione del “Palacium novum communalis”, iniziata nel 1281 fu completata nel 1282 e da subito venne usata come sede del governo e ospitò sia il potestà che il capitano. Della struttura duecentesca rimane la parte in laterizi merlata e alleggerita da trifore, mentre la struttura porticata antistante l’entrata risale ai primi decenni del 1600.
L’edificio comunale viene infatti travolto dal crollo della torre realizzata all’inizio del XV secolo.
Il porticato viene quindi costruito su progetto di G.B.Magnani e la direzione di Andrea Scarpa nel 1623 per essere completato nel 1673. Lo stile è quello del Palazzo farnesiano di Piacenza. Nel lato verso Borgo San Vitale è possibile ammirare una fontana progettata da Paolo Toschi e sormontata da una statua bronzea rappresentante la lotta fra Ercole e Anteo, statua molto amata dai Parmigiani e denominata “i dö brasé”, opera dello scultore fiammingo Teodoro Vandersturck. |
Piazzale della Pace |
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Frutto di un lavoro di riqualificazione e rilettura dello spazio antistante il grande palazzo della Pilotta, il nuovo Piazzale della Pace riporta il verde nel centro della città.
Progettato dall'arch. Mario Botta a partire dal 1986 e compiuto solo nel 2001, prende il posto di due grandi parcheggi restituendo la grande piazza ai parmigiani e conferendo alla zona un'aria più europea.
All'interno del piazzale trovano una collocazione integrata il monumento a Giuseppe Verdi e il monumento al Partigiano.
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Parco Ducale100 mt. da B&B Rubra |
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Il Giardino Ducale, che si presenta ora in aspetto settecentesco, fu però ideato da Ottavio Farnese duca di Parma e Piacenza verso il 1560, che ne fece il parco di una villa a sua volta ottenuta da un'antica pusterla, con siepi di rosmarino e mirto, querce, platani e abeti alpini, alberi da frutta e ortaggi, oltre a moltissimi agrumi in vaso, ricoverati d'inverno in capanni riscaldati, peschiere e boschetti.La costruzione della peschiera, il laghetto al centro del parco, fu voluta da Ranuccio II nel 1690, per rappresentarvi una naumachia in occasione delle nozze del primogenito Odoardo con la figlia dell'Elettore Palatino. Nel 1745, durante la guerra di Successione austriaca, gli alberi secolari del giardino vennero tagliati e bruciati per alimentare i fuochi delle truppe. Solo con l'arrivo di don Filippo di Borbone nel 1749 venne rifatto completamente su progetto di Ennemond Alexandre Petitot, con sculture di Jean Baptiste Boudard e di Pierre Costant.Passato al Comune dopo l'unità nazionale, il parco fu aperto alla cittadinanza. Per assecondarne la funzione pubblica vennero abbattute le mura con le terrasses e vennero aperti nuovi ingressi tra cui quello verso Ponte Verdi, che collega il Giardino al centro città. La carenza di manutenzione e l'uso improprio di alcune sue zone hanno successivamente accelerato il degrado del parco, facendo decidere per il recente, completo intervento di restauro. Nel progetto settecentesco era contemplato lo spargimento di statue e arredi finto boscherecci e arcadici, congrui all'epoca. Dodici sono le statue ospitate e cinque i vasi monumentali in marmo di Carrara, opera di Jean-Baptiste Boudard (1710-1768). Le statue sono raggruppate in tre coppie (Zefiro e Flora, Bacco e Arianna, Apollo e Venere) e un gruppo di quattro davanti al Palazzo (Pale, Trittolemo, Pomona e Vertumno). Sparsi sono Venere, Apollo con la cetra e Satiro e Naiade, riprodotti in copie da tempo (gli originali sono visibili sotto la loggia ovest del Palazzetto Eucherio Sanvitale). Il Gruppo del Sileno posizionato come in origine nei pressi del tempietto d'Arcadia, è una copia da poco realizzata per preservare l'originale dal degrado. La Fontana del Trianon (1712-1719) sull'isolotto al centro della peschiera era stata realizzata in origine per il giardino della Reggia di Colorno da Giuliano Mozzani, e solo nel 1920 venne collocata nell'attuale posizione, assecondando il gusto scenografico dei parchi alla francese. Rappresenta i fiumi Parma e Taro, e il nome è solo un riferimento alla fontana nei giardini di Versailles, a cui quella del Mozzani si ispira. |
Parco della Cittadella |
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Fortezza a forma di pentagono con bastioni e fossati, realizzata da Alessandro Farnese, terzo Duca di Parma, sul finire del sec. XVI. Progettata fin nei minimi particolari da Alessandro Farnese, ispirandosi a quella d'Anversa di Francesco Paciotto, la Cittadella non mise mai in difficoltà alcun esercito invasore che, anzi, più d'una volta la occupò. Difese invece il potere costituito da ogni tipo di sovversione, trasformandosi ora in prigione ora in luogo di supplizi. Adibita a caserma è stata negli ultimi decenni trasformata in parco pubblico, mantenendo, delle antiche strutture, il tracciato pentagonale e la porta d'ingresso. |